Recensione di Giuseppe Bacci
Patrizio Moscardelli ci incanta con il suo operare artistico, ludico e creativo fatto di oggetti variamente colorati e dipinti, nuvole sospese al soffitto e appese alle pareti assieme a fulmini e saette. Nelle sue opere realizzate in materiale poliuretano espanso, colorato con plastiche e dall’aspetto ludico, dove termina la ricerca artistica subentra l’intuizione che, rischiarata dalla riflessione, interpreta la complessità del mondo dell’arte, mettendo in luce il senso profondo e l’orientamento dell’esistenza, non evadendo dalla realtà, ma sottolineando la caducità estrema.
La sua opera racchiude un senso più nascosto e profondo, restando intatta tutta l’unicità della sua ricerca. Così vengono fuori interessanti opinioni sul senso della vita, della natura e dello stesso sistema dell’arte, che lo vede coinvolto da più decenni un alternarsi di profonde riflessioni e giocose opere, in un fare quasi disimpegnato, chiaro, in una parola: sorprendente.
L’arte, mettendo in crisi pensieri e sentimenti, sottopone l’artista a severe verifiche laddove il pubblico viene educato ad apprezzarne la ricerca, a leggere oltre il dato tangibile. Nel suo operare Patrizio Moscardelli si nutre sì dell’aspetto ludico, ma la reciprocità di spazio-tempo, nel susseguirsi degli eventi di cui l’artista delinea una ingenua interpretazione figurale, raccoglie i frutti di una lunga e scanzonata ricerca artistica.
Ciò richiede impegno, capacità di guardarsi intorno, di essere coinvolto profondamente e intimamente. Lo sforzo compiuto da Patrizio Moscardelli per aggiungere la propria voce al mirabile concetto di bellezza, che appartiene tanto ai poeti quanto ai pittori e scultori, è una festa di luce.
Critico d’arte Giuseppe Bacci
09.01.2016
Palazzina Azzurra SBT