Recensione di Cesare Caselli
Rivista Riviera delle Palme Aprile 2007
Moscardelli: Ogni oggetto può diventare un’opera d’arte
Patrizio Moscardelli è il pittore della modernità che, in parte, rievoca il Der Blaue Reiter di W. Kandinskij, ma, in particolare i Bauhaus di W. Gropius, al sua arte non vuol essere soltanto un messaggio estetico, ma si pone anche al servizio dell’artigianato, della moda, della enogastronomia. E su questo versante si è cimentato con straordinari apprezzati risultati. Al “Vinitaly” di Verona, dove gli è stato riservato uno stand, ha dipinto i suoi quadri con i vini, quelle opere profumano in modo “di-vino”, ha inventato “il vino in cravatta” dipingendo singolari cravatte sulle bottiglie, quindi ha dipinto le “pajarole” di Offida ed i “setacci” di Baricella (BO), passando per le camicie, le calze e, tra breve, scarpe, stivali e borsette, facendo la delizie delle donne. Ogni volta ha creato opere uniche, da indossare e mostrare, contrassegnate da vivaci luminose cromie, da immagini stilizzate e simboliche che trasmettono al fruitore un gradito messaggio di stupita allegria. In più di un occasione si è cimentato con la cioccolato, ha dipinto durante un’originale “soirèe douce” la “pianta di cuori” o “albero dell’amore” con cioccolato fondente, al latte e bianco al burro di cacao, una “squisitezza” artistico-dolciaria.
Per le sue creazioni inconsuete Patrizio adopera una resina densa dai colori puri, materica e indelebile, di una luminosità trasparente e tersa, ma per le opere su tela o su compensato usa, indifferentemente anche i colori ad olio, acrilici e ad acqua.
IL MESSAGGIO ARTISTICO DI PATRIZIO
Due le componenti essenziali della sua arte: fantasia e ironia. Con questi elementi fondamentali che ne determinano la singolarità,elemento principe dell’opera d’arte, egli amalgama, in modo originale ed istintivo, pop-art, optica- art, dripping, intrisi di un surrealismo peculiare, non grottesco, anzi permeato di un lirismo fiabesco. Nel loro contenuto artistico si dà soltanto l’idea del vero, la realtà si rivela e scompare, nel momento in cui s’intravede un’immagine essa è già un’altra cosa.
La sua quindi, è un’arte mutevole, in movimento all’interno dell’opera stessa, tra figurazione ed astrazione. Paul Delvaux, protagonista di primo piano della pittura del XX secolo affermava: “Non bisogna dimenticare che un quadro è quadro, vale a dire un’altra realtà”, e, come Delvaux, Patrizio intende “far vedere senza mostrare, suggerire senza imporre”. Ci sorgono un dubbio e una domanda: le sue opere sono anticonformiste, oppure si appellano alla tradizione e la esaltano con un linguaggio moderno sfidano lo sciatto pseudo anticonformismo attuale? La diatriba non lo riguarda, Patrizio il quadro lo vive dall’interno, mentre lo dipinge, guidato dalla componente onirica, non governata dalla volontà.
Cesare Caselli